Se da bambini abbiamo avuto una tata o una baby sitter, ce le ricordiamo. Ricordiamo il suo volto, il suo nome e in alcuni casi teniamo ancora vivi i contatti. Sebbene si tenda a mettere sullo stesso piano le due figure più conosciute per la cura del bambino, esse in realtà sono ben distinte. Assunto da cui è fondamentale partire quando per i genitori irrompe la necessità o vi è semplicemente la volontà di chiamare in causa un’altra persona che si dedichi alla cura dei figli.
Tata vs Baby sitter
Tata
È bene chiarire subito che la tata è una professionista a tutti gli effetti. Come tale, ha conseguito studi specifici ed è in possesso di tutte le competenze necessarie in tema di assistenza infantile. La decisione di affidarsi a una tata, dunque, non può essere conseguente alla semplice necessità di individuare una persona che trascorra del tempo con i figli in attesa che i genitori rientrino da una cena con amici o dal cinema, ma a quella di avere un’altra figura di supporto alla crescita del bambino. Di qualcuno, cioè, in grado di affiancare i genitori in tutte le fasi del processo di sviluppo dei figli. Un sostegno continuo e costante, una guida preziosa per il bambino.
Nel tempo che trascorrerà con il bimbo, la tata si farà carico di tutte le responsabilità che concernono un genitore, prestando attenzione a non sostituirne l’immagine ai suoi occhi. Svolgerà il compito di educatrice, accompagnando il bambino in tutte le fasi di apprendimento necessarie a raggiungere i traguardi di sviluppo. Si occuperà della sua alimentazione, di tenere puliti i suoi effetti personali e le aree della casa a lui dedicate, della sua igiene, della somministrazione di farmaci in caso di necessità, di farlo giocare.
Il tutto con la massima disponibilità e flessibilità, quelle richieste da ogni lavoro. A seconda delle esigenze dei genitori, le tate possono rimanere in casa qualche ora, tutto il giorno e su richiesta anche la notte. Possono spostarsi in trasferta con la famiglia e in alcuni casi vivere quotidianamente con essa. Proprio per la mole e l’importanza di questo impegno, è difficile che una tata lavori con più di una famiglia. Tutto questo tempo trascorso insieme, questa cura e attenzione con le quali si occupano dei bambini e si relazionano con i genitori, contribuiscono alla costruzione di un rapporto di fiducia che porta le tate a diventare dei veri e propri punti di riferimento, delle persone su cui poter sempre contare. Una figura che verrà inserita nel nucleo familiare fino a diventarne una parte importante. Ecco perché, a distanza di anni e ormai adulti, è difficile dimenticarle.
Baby sitter
Per le baby sitter il discorso è diverso. È possibile che abbiano conseguito studi relativi a materie educative, ma potrebbero avere una conoscenza del mondo dell’infanzia diversa rispetto a quella che qualifica una tata. Per questa ragione, alla baby sitter vengono spesso affidati bambini dai 3 anni in su.
Le baby sitter svolgono un lavoro ad ore perlopiù pomeridiane e trascorrono il tempo tra giochi e aiuto-compiti. La loro mansione non prevede di fare il bucato o di preparare pasti o sistemare i vestiti, ciò però non vuol dire che una baby sitter non lo faccia, su richiesta della famiglia, nelle ore previste per il suo impiego. Trattandosi di un lavoro di poche ore e spesso a chiamata, la baby sitter può permettersi di lavorare con più famiglie e concordando orari prefissati, senza garantire flessibilità o aprire alla possibilità di muoversi con loro in un altro posto.
Potrebbero percepire uno stipendio o essere pagate ad ore. Un’occupazione part-time grazie alla quale ragazze, perlopiù giovani, cercano di arrotondare o pagarsi una parte di studi. Anche se la baby sitter trascorre poche ore a settimana con il bambino e la sua famiglia, non è escluso che possa comunque creare solidi legami con loro.